Full-frame vs Crop

Senza scendere nei dettagli delle varie marche o perdermi in paroloni come CMOS, retro-illuminazione, etc, vorrei focalizzare questo PhotoBattle sulle differenze generali ed essenziali tra i sensori delle reflex più costose, noti come Full-frame, e quelli noti come Crop.

Innanzitutto, per fare un esempio rapido e dare un contesto, prendendo la linea Nikon disponibile alla stesura di questo post, una D780 è una full-frame mentre una D7500 è una crop. In prima battuta verrebbe da pensare che, poiché le full-frame hanno un sensore più grande allora siano sicuramente meglio. Se infatti mi chiedessero chi vincerebbe se la scelta fosse per un professionista che scatta eventi e matrimoni, direi senza ombra di dubbio full-frame.

L’immagine all’inizio dell’articolo mostra chiaramente quale sia la differenza principale che si può capire più facilmente imbracciando “le armi” e facendo un paio di scatti. Per poter provare con mano bisognerebbe quindi scegliere un punto dove posizionarsi (e non muoversi da lì), scegliere una lente full-frame (e.g. 50mm) e fotografare lo stesso punto con tutti i sensori disponibili, cercando di mantenere al centro del rettangolo esattamente lo stesso punto di riferimento (e.g. un oggetto fisso).

Il sensore full-frame è chiamato in questo modo perché una fotocamera reflex dotata di questo tipo di sensore è in grado di riprodurre un’immagine che ricopre lo stesso frame che ricopre una macchina a pellicola. Il sensore crop è chiamato così, invece, perché essendo più piccolo ma usando lo stesso sistema di lenti, riesce a ricoprire una porzione più piccola, registrando quindi una sotto-parte del frame che si potrebbe osservare dalla stessa posizione e con la stessa lente, usando una 35mm. Questo concetto è applicabile anche ai sensori delle fotocamere compatte, mirrorless e degli smartphone che hanno generalmente sensori più piccoli di quelli crop.

Vediamo quindi qualche dettaglio in più che dovrebbe aiutare a capire chi dovrebbe usare una full-frame e chi no:

Condizioni di luce scarsa

Quando scarseggia la luce, elemento principale per la fotografia, è fondamentale avere uno strumento che sia in grado di raccogliere quanto meglio possibile tutta la luce a disposizione. I sensori Full-frame vincono senza dubbi di sorta sui crop sensor che invece produrranno immagini meno buone. 

Qualità dell’immagine

Come per le condizioni di scarsa luce, la dimensione del sensore influisce pesantemente anche sui dettagli.

Infatti, se si considera come parametro la nitidezza e la precisione di un’immagine, a parità di megapixel, essendo i pixel di un sensore crop più piccoli, rischiano maggiormente di perdere delle informazioni. La natura infatti è sicuramente più fluida di un reticolo di quadratini e quindi tanto più piccolo è il quadratino, tanto maggiore è il rischio che questo assuma un colore errato risultando poi meno dettagliato nel complesso. 

Sport, bird-watching e fotografia a distanza in generale

A parità di megapixel, bisogna spezzare una lancia in favore dei sensori crop.Il fatto che siano più piccoli, infatti, favorisce il fattore di ingrandimento dei soggetti a parità di distanza . In condizioni di luce abbastanza buona, in questi casi la dimensione dei pixel è relativamente meno utile a fronte di un maggiore dettaglio nell’ingrandimento . Un sensore crop, infatti, avrebbe un fattore di ingrandimento pari a circa 1.5x, e in sostanza basterebbe un obiettivo di lunghezza pari a 200mm per ottenere la stessa inquadratura che si avrebbe con un full-frame usando un obiettivo a 300mm. Oltre al maggiore ingrandimento, si ha anche la possibilità di ottenere dei risultati di pari livello con lenti meno costose. 

Microstock, cataloghi e fotografia macro

Il microstock (prima o poi scriverò un tutorial su questo), la fotografia per cataloghi o da mini-studio e spesso anche vari tipi di macro, richiedono al fotografo il massimo ingrandimento possibile a livelli di definizione elevati e spesso comportano guadagni molto più bassi di altri tipi di fotografia dove il full-frame è indispensabile. In questi casi, fare economia di attrezzatura non solo è conveniente, ma soprattutto per iniziare è un requisito per non dover spendere tutta la propria carriera ad ammortizzare quanto acquistato.

Se si considera che nella maggior parte dei casi, quando si fotografa per il microstock o per i cataloghi, si ha la possibilità di controllare perfettamente la luce, allora in questo caso una reflex a sensore crop con alta densità di pixel sarebbe di gran lunga più utile di una reflex full-frame che bisognerebbe dotare di obiettivi molto più costosi per ottenere gli stessi risultati.

Costi e obiettivi

Quando si parla di prezzo, il full-frame perde drasticamente tanti punti. Gli obiettivi che lavorano bene su full-frame sono normalmente molto più costosì. Facendo un rapido esempio, il 35mm f/1.8 Nikkor utilizzabile su full-frame costa circa 600€. Questo è un grande vantaggio dei sensori crop, sia in termini economici per chi vuole risparmiare, ma anche in termini di scelta in quanto i sensori crop hanno a disposizione tutti gli obiettivi esistenti mentre i full-frame solo un sottoinsieme. 

Conclusioni

In conclusione, il sensore full-frame è sicuramente di qualità superiore, anche perché normalmente montato in corpi macchina dotati di caratteristiche avanzate e maggiore qualità generale, tuttavia è evidente come non siano per tutti e spesso sia anche meno vantaggioso rispetto all’utilizzo di una reflex con sensore crop. Se poi non si hanno limiti di bugdet, allora è ovvio che tutto quello che si fa con le crop, si può fare tendenzialmente bene e spesso meglio con una full-frame, quindi non esistono impedimenti allo scegliere il sensore più grande e costoso.